giovedì 20 giugno 2013

Ma non ti sei rotto i coglioni?



Rientrando a casa, passo davanti ai locali della piana veneta. C'è un sacco di gente che beve e parla e ride. Adoro il bar. Ma in questi giorni cresce in me la voglia di tornare indietro, parcheggiare come Jake dei Blues Brothers, scendere e dire al primo malcapitato: "ma non ti sei rotto i coglioni?". Delle chiacchiere, degli spritz, delle donne tirate, dei maschi in apnea, dei profumi che coprono tutto... non ti sei rotto i coglioni dei chefaistasera?, weekendalmare?, dei fingers food, dell'app, della Serie 4 Coupè, di Giorgio Miticogiorgiocazzo!, di Marta Cheglifarestiamarta?... Perchè non te ne vai a casa? Perchè non ti innamori? Perchè non abbracci tuo padre? Perchè non chiedi scusa? Perchè non dici "ti amo"? Perchè non fai un figlio, pianti un albero, scrivi un libro?... maledetto cagasotto, spegni quel sorriso, posa quel bicchiere e va a fare l'uomo! Nudo cazzo! Nu-do! Nu-do! Nu-do!

Ora tutti mi guardano. Il bar è terribile, silenzioso e fermo. La mia spina dorsale è ghiacciata. L'imbarazzo mi perla la fronte. Grazie a Dio qualcuno prende a pugni il mio occhio. Mani pietose mi sbattono fuori...

Non so che mi piglia ultimamente.

Questo post è una lacrima nella pioggia.
È tempo di venerdì.

3 commenti:

Lucio ha detto...

Tema: "Lettera d un albero mai piantato".

Caro faggio, abete, betulla, acero o quel che sei,
sappi che hai sfiorato la vita.
Ci è mancato un attimo perchè potessi attechire, nascere, crescere, dare fiori e frutti, ammesso che tu sia uno di quelli che produce frutti.
Anzi, ci sono mancati un mare di attimi, perchè un mare sono state le volte in cui ho pensato che l'indomani ti avrei piantato.
Poi lo spritz ha dissetato la mia sete e ho confuso la sete della gola con quella dello spirito e tutto si è sempre ripetuto uguale a prima.
Così al posto di piantarti ho finito col piantarla. Ho piantato di piantare, ho piantato di scrivere, ho piantato di cambiare e ho piantato pure di amare.
Ed è triste guardare ogni tanto a quel fazzoletto di terra riservato a te e rimanere deluso nel non vederti e ricordarsi che non ci sei perchè non ti ho mai piantato pur avendo pensato di farlo un mare di volte.
La terra è ancora lì, un po' secca ma c'è e forse potresti ancora crescerci. L'ho vista ieri sera e ho risposto al sussulto che la tua assenza mi ha provocato promettendo a me stesso che ti avrei piantato.
Poi qualcuno mi ha chiamato, mi ha sorriso, mi ha detto "dai andaiamo"... avevo già un bicchiere in mano.
Vorrei con tutto me stesso che quel bicchiere diventasse più grande, diventasse un secchio. Un secchio pieno d'acqua che trasporto fino al fazzoletto di terra per darti da bere. Abbiamo sete, entrambi.
Io la mia provo a placarla, la tua nemmeno la immagino.


Giangi ha detto...

Tenere un blog può dare soddisfazioni. In qualche raro momento ti può addirittura emozionare. Questo è uno di quei rari momenti. Lucio, posso offrirti uno spritz?

michele morando ha detto...

bello.