mercoledì 11 dicembre 2013

Voglio essere un trombone




Il trombone a tiro è stato uno dei miei migliori amici per più di 20 anni. In quel tempo, per me è stato tante cose.

Strumento del fallimento, quando da bimbo il mio sciocco maestro mi disse che avevo un labbro troppo grosso per suonare la tromba e mi impose quell'enorme catafalco di ottone. Strumento della fatica, abisso di canneggi da lavare ogni giorno col vapore dei polmoni. Strumento-tubo, dove ogni nota è una conquista miracolosa e ogni volta non ti sembra di soffiarci dentro, ma che ci sia un'idrovora montata sulla campana che ti succhia l'anima. Strumento-protesi che parla a tutti della precisione delle tue labbra, dell'intelligenza delle tue orecchie, della tenacia del tuo diaframma.

Non suono più il trombone a tiro dal 2002. Oggi lo guardo coi sensi di colpa di chi ha abbandonato un parente all'ospizio. Un parente a cui vorrei somigliare come una goccia d'acqua.

Potente ma, se serve, elegantissimo:
Ole Holmquist – Summertime

... drammatico ma pieno di coraggio quando serve rendersi ridicoli:
Stravinsky, Igor – Stravinsky: Pulcinella Ballet in one Act - 18 Vivo

... gregario ma, se serve, leader naturale (e le trombe stanno a guardare):
John Williams – The Imperial March - Darth Vader's Theme

Un giorno andrò a riprendere il mio trombone dal sottotetto di casa. E il primo fiato che gli spingerò dentro sarà un lungo sospiro. Lui non mi perdonerà. Il mio trombone risponderà con tutto lo sdegno di un inesorabile suono di merda.

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