venerdì 7 novembre 2014

Grazie Signorini!

Mercoledì 9 novembre 1989 un giornalista di Firenze entra nella sala stampa della DDR a Berlino. Si chiama Riccardo Ehrmann. Domenica ha compiuto sessant'anni. Forse inizia a sentirci poco da lontano o forse, semplicemente, non ama sedersi in fondo. I primi posti sono occupati da giornalisti di tutto il mondo e lui, coraggiosamente, prende posto sul gradino della pedana, a un paio di metri da Günter Schabowski, responsabile della propaganda del Partito. Il portavoce comunista inizia la conferenza stampa e annuncia che il governo inizierà un percorso di democratizzazione del paese e stilerà un regolamento per permettere ai tedeschi dell'Est che lo desiderano di oltrepassare il muro.

Da sotto le sue cuffie, Riccardo chiede in perfetto tedesco:
"Quando?"

Un'onda di disagio agita i corpi dei 4 comunisti barricati dietro il tavolo. A me non mi hanno informato, a te che ti risulta? t'ha detto niente il politburo? ok, perché non diciamo così? meglio che taci valà. Günter estrae fogli, inforca occhiali, poi risponde:

"Hemm… a quanto ne so io… subito... da ora!"

Dieci minuti dopo, ecco la pacata reazione dei berlinesi:



Stacco.

Un altro Mercoledì di 25 anni dopo, il giornalista milanese Alfonso Signorini, esce dalla redazione di Chi con un altro scoop:



Ho passato un paio di giorni a indignarmi: e il ruolo del ministro e il ruolo delle donne e il ruolo del giornalismo e blablabla… Poi mi sono immaginato un'Italia col giornalismo che fa domande vere e l'opinione pubblica che legge risposte vere. Un'Italia piena di Ehrman, Fava, Impastato, Rostagno, Alpi.

E per un attimo l'ho vista. Ho visto la verità all'improvviso. Ho visto la giustizia tutta d'un colpo. In Italia. Stragi punite, processi chiusi, responsabilità accertate, suicidi di potenti, migliaia di aziende fallite, banche commissariate, centinaia di migliaia di operai disoccupati, governo e parlamento svuotati, magistrati e forze dell'ordine massacrati, rivolte di piazza, bombe di mafia... Non siamo pronti. L'oppio settimanale di Signorini ci tiene lontano dalla curiosità, dal rischio della verità. Il suo cibo congelante ci consente ancora di fare la spesa senza saltare per aria. Su quel giornalismo lì si puntellano le certezze di questo incosciente paese.

E siccome non siamo pronti, voglio rivolgere un sentito ringraziamento a Signorini, la più elegante pillola azzurra del nostro giornalismo.


lunedì 3 novembre 2014

Dalle nebbie della vacanza

Anch'io, come tutti gli italiani, ho la vista migliore dalla finestra del cesso. Stamattina ho tuffato gli occhi oltre il mio riflesso: io e il mio trono di ceramica solcavamo temerari un mare di orzata. I rami degli alberi si sollevavano verso di noi come naufraghi disperati. Questo per dire che c'era nebbia ed è arrivato l'inverno. Il momento è propizio per ricordare i piccoli scampoli della lontana vacanza sarda.



Prima di partire
Io: "Sei pronto Edo?"
Edo: "Ehi, io sono nato pronto"

In volo
Ale: "Io una volta ho visto un morto in cielo. Col binocolo"

Dopo l'atterraggio
Ale: "Non mi sento più il cervello. Mi starà cercando in aereo..."

Nella "casa mobile"
Edo: "Ma dobbiamo restare tutte le vacanze in questa casa immobile???"

A pranzo
Mimmo: "Io morirò di tonno"

Edo: "Ho fame"
Ale: "Prova a trattenerla"

Mimmo: "Non ammazzare le vespe che quando muori te le ritrovi tutte in cielo"

L'auto a noleggio
Edo: "Ma questa macchina è un cimelio di famiglia?"

Mimmo: "Da grande voglio fare il guadagnatore"

Ale con le cuffie canta:
"Ti amo terrone"
"Ci devi fare caso alle caccole del naso"
"Quando son contento sburro"

In spiaggia
Edo: "Mamma, solo tu puoi rispondermi"
Mamma: "Dimmi"
"Costa tanto un reggiseno?"
"No... perché?"
"Perché qui è pieno di donne che non lo portano"

Si avvicina un ambulante nero: "Ciao!"
Mimmo: "Però! Sa bene l'italiano!"

Ale: "Dio è abbronzato?"

In un paesino pittoresto
Mimmo: "L'aria profuma d'amore e di pasticcio"

In conclusione
Edo: "Estate orribile: mi è sfuggito un granchio, un pesce ragno mi ha punto il piede e Mimmo mi ha morso la schiena"

Ale: "Il mare più bello del mondo è quello della Pisa"

La conclusione di Mimmo è una foto non postabile: "Mamma, guarda che selfie al pisello che mi sono fatto!"