mercoledì 11 marzo 2015

Paolo o Carlo?




Il narcotico degno di contrastare il terreno al tabacco è la coca, che pochi anni or sono era appena conosciuta di nome dagli eruditi, ma che ora si va facendo d'un uso più comune, dacché io la introdussi per il primo in Europa nel 1838.

Masticata nella quantità di 3 a 20 grammi ci fa godere di una calma beata e ci rende più atti alle fatiche muscolari, rendendoci assai facile il digiuno. Io, masticando due once circa, potei rimanere quarant'ore senza prender cibo alcuno e senza provare la menoma debolezza.
L'infusione calda di coca fatta con un pizzico di foglie (9-3 grammi) per un bicchiere d'acqua è la bevanda più salubre da prendersi dopo il pranzo, specialmente quando si ha lo stomaco debole e si sono oltrepassati alquanto i confini della temperanza. Il thè di coca preso abitualmente ha l'immenso vantaggio di attutire la sensibilità eccessiva, per cui io raccomando alle creature vaporose e sentimentali del bel sesso.
La coca masticata alla dose di poche dramme ci fa atti a resistere al freddo, all'umidità e a tutte le cause alteranti dei climi e delle fatiche, per cui si dovrebbe caldamente raccomandare ai minatori e a quelli che viaggiano nei paesi paludosi e nelle regioni polari. Questa preziosa foglia ci rende atti a gravi fatiche e ci ristora dell'esaurimento di forze che tien dietro al consumo di correnti nervose, ed io la credo senza esitare l'alimento nervoso più potente.
Usata in alte dosi può render lieta la vita, facendoci passare alcune ore di vera felicità e senza che in questa offendiamo menomamente la morale più scrupolosa.

Chi vuol usare della coca deve sceglierla di buona qualità, essendocene in commercio di pessima*. Essa deve avere le foglie intiere con tre nervature sottili, d'un bel colore verde chiaro e d'un odore aromatico che rammenta il fieno e il cioccolatte. Masticata, cede facilmente al dente ed ha un sapore amarognolo non disgustoso. Infusa nell'acqua calda le comunica un bel color verde, che è tanto più oscuro quanto peggiore è la sua qualità. Questo thè ha un sapore molto aggradevole.

L'oppio usato con moderazione non reca alcun danno sensibile alla salute umana e in molte circostanze è uno stimolo preziosissimo per sostenere le fatiche più difficili e continuate.
Vi sono dolori morali così profondi e amarezze cosi prolungate che senza l'oppio ucciderebbero la vita. È meglio però che nessuno usi dell'oppio o del laudano senza il consiglio del medico.

* la migliore fra tutte è quella venduta a Milano nella Farmacia di Brera diretta dall'egregio signor Erba


IL QUIZ: Quale dei due senatori ha scritto questo testo?
L'AIUTINO: È un testo del 1864