sabato 4 luglio 2015

Te saeuda el Toci

(Ti saluta il Tocci)

Conosco Beppe da circa 12 anni. È mio collega. Lui fa codice (credo), io sono un umile genio del contenuto digitale. Lo incrocio qualche volta ai caffè, nel giardino aziendale, nei corridoi. Occhio di ghiaccio, ghigno da Humphrey Bogart, voce da tabacco come piace alle femmine, mi sibila sempre:

"Te saeuda el Toci"

Da 12 anni Tocci mi saluta tramite Beppe. Da 12 anni, tramite lui, lo ringrazio. Mi sta simpatico Beppe anche se o - forse - proprio perché ci frequentiamo poco. Amo quella nostra annusata, veloce come una sveltina, mordi e fuggi senza impegni, col rito di quell'immancabile saluto, ripetuto all'infinito, a questo lontano amico comune, il Tocci.
Giorni fa, io e Massimo siamo alle macchinette aziendali. Arriva Beppe.

"Te saeuda el Toci"

Strizzo gli occhi per ringraziarlo e riporto le mie fauci nella crema della brioche. Massimo ride. Chiedo spiegazioni. Massimo si compiace del fatto che anch'io, come lui, conosco il Tocci. Mi sento circondato. Ma sono amici e con un motto d'onestà, decido di uscire allo scoperto:

Io: "Veramente non lo conosco…"
Massimo: "Ma scusa… perché hai ringraziato?"
Io, rivolto a Beppe: "Beppe, ma chi è el Toci?"

Quando un collega mi chiede "Manda una email a Pinco della sede di Milano" taglio corto e dico "ok". Non so chi sia Pinco o forse sì ma comunque ci sarà tempo, modo, software o colleghi che dopo, con comodo, quando non si potrà più rimandare mi restituiranno, previo ringraziamento, un account, una faccia, una descrizione che mi faranno capire chi è Pinco. Io dimentico i nomi delle persone nel momento esatto in cui si presentano. E odio questa cosa. La trovo maleducata, sciatta, poco seria. Mr Wolf in Pulp Fiction si segna i nomi dei ceffi con cui ha a che fare e - sono certo - è per quello che risolve i problemi. Chi non ricorda i nomi è un fottuto egocentrico, se ne frega degli altri, peggio, è di una pigrizia incurabile. Ai nomi sono attaccate le persone e chi non si sforza di tenerli a mente, meriterebbe la jungla e l'oblio. E così, quella mattina, mi decido:

"Beppe, ma chi è el Toci?"

La mia domanda arriva alle orecchie di Beppe 12 anni dopo il suo primo "saeudo" e il primo mio "grazie". 12 anni di pigrizia, menefreghismo, egocentrismo, superficialità… Beppe sposta i suoi occhi di ghiacco dalla plastica del suo caffè aziendale e li punta sui miei. Il suo ghigno in bianco e nero ora è a colori, è quello inesorabile di Jack Nicholson, quando faceva il custode in un hotel isolato dai ghiacci. La sua è una risposta a tono basso, vibrante, scandita con la calma di chi attende da 12 anni quel momento:

"Queo che te sbora nei oci"
("Colui che eiacula sui tuoi occhi")